Dopo anni di opposizione faticosa e dolorosa (lo ammetto) alla tastiera virtuale, finalmente ho deciso che il mio spirito di adattamento dovesse avere la meglio sul mio spirito conservatore. Ad Agosto ho quindi mandato in pensione il mio Desire Z, anche a causa della tastiera fisica non più funzionante a dovere, e ho ceduto alle lusinghe di un Nexus 4 bianco che da un po’ di tempo mi guardava fisso negli occhi dicendo “comprami!”. E così, addio tastiera QWERTY.

D’altronde il grosso difetto delle tastiere QWERTY al giorno d’oggi è che sono una specie in via di estinzione e, in Italia, sono del tutto estinte da qualche tempo nel mercato smartphone (escludendo BlackBerry). Ci sono ancora dei telefoni con tastiera fisica di Nokia della serie Asha, ma sono poco più che feature phone e sono da scartare a priori almeno per me e per le mie abitudini, visto che dal lontano 2007 uso smartphone quotidianamente. Mettiamo da parte i BlackBerry, per ora.

Tra parentesi, fino ad ora il Nexus 4 è il primo smartphone che abbia utilizzato come dispositivo giornaliero che non avesse una tastiera QWERTY: il mio primo smartphone è stato un vecchio Treo 270 Communicator con Palm OS che aveva una tastiera fisica eccezionale, seguito dal Palm Centro (che è stato lo smartphone per il mercato giovanile di Palm prima del passaggio a webOS), dal Desire Z e dal Palm Pre 2 (che vedete in apertura), ultimo smartphone prodotto dalla mitica casa di Sunnyvale che uso ancora insieme al Nexus 4 per la sua tastiera semplicemente perfetta. Da notare che tutti, escluso il Nexus 4, hanno la tastiera fisica.

Ora, perchè le tastiere QWERTY sono pressochè morte? Un’indagine condotta da Nokia e pubblicata sul suo blog Conversations ha rivelato che la maggioranza degli utenti preferisce la tastiera fisica e la ritiene il migliore metodo di input, dunque perchè i produttori non la utilizzano sui propri prodotti?

Una risposta che mi sono dato è che la rivoluzione portata avanti da iPhone ha reso i telefoni con la tastiera QWERTY poco cool e meno facilmente vendibili, una specie di retaggio del passato che non va più di moda. C’è poi da considerare il calo di vendite dovuto al fatto che gli ultimi grandi smartphone con la tastiera sono o vecchi di tre-quattro anni fa (come è il caso del Desire Z) o sono prodotti di fascia bassa e bassissima, come il Galaxy Y Pro e successivi parenti (come il Galaxy Chat). Uno smartphone da poco più di 100€ che sì, poteva andar bene per un adolescente senza troppe pretese, ma che non va per niente bene per chi deve lavorare con lo smartphone.

Ci sono poi le alternative come i BlackBerry, che tendo a considerare come un mondo a parte per via del loro indirizzo prettamente business e per via del prezzo tutt’altro che popolare. Inoltre, il fatto che siano gli unici rimasti sul mercato con le tastiere fisiche limita le scelte di chi, come me, vuole un altro sistema operativo.

Ho provato il BlackBerry Q5 all’evento di presentazione a Milano e sono rimasto innamorato della sua tastiera morbida, maneggevole, pronta a soddisfare le mie esigenze e quelle dei miei polpastrelli. Il problema, al di là del prezzo che era fuori scala, è – come già detto – il sistema operativo. Leggero, veloce, eccezionale. Adoro la gestione della posta e delle notifiche, ma in quanto ad applicazioni e supporto da parte degli sviluppatori è mediocre, per esagerare.

Le scelte sono davvero poche e l’unica che andasse bene per coniugare il “lavoro” (ovvero scrivere per TuttoAndroid) e al contempo rimanere al passo con le tecnologie era passare alla tastiera virtuale. Mano a mano mi ci sono abituato e devo dire che non è poi malvagia, soprattutto se si utilizza una tastiera che permette di accedere ai simboli ed ai numeri direttamente dai tasti alfabetici come accade con le tastiere fisiche.

L’unica pecca che continuo a trovare impossibile da superare è il fatto che non ho un feedback diretto quando scrivo senza guardare. Quando usavo smartphone con la tastiera fisica potevo cominciare a scrivere senza neppure guardare la tastiera, semplicemente toccando i tasti a partire da un bordo per arrivare a quelli desiderati.

A parte questo, però, ora mi trovo meglio con la tastiera virtuale: riesco a scrivere molto più velocemente di quanto riuscissi a fare con la tastiera fisica. Un risultato che mai mi sarei aspettato di ottenere. Addio, tastiera fisica, (non?) mi mancherai.

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