Al tempo del lancio di Cyanogen Inc, oltre alla confusione in cui molti utenti sono caduti non differenziandola da CyanogenMod, l’obiettivo principe della compagnia era ben chiaro: fornire ai produttori un OS commerciale forte del successo della nota ROM. Oggi l’azienda annuncia una novità, rendendo il proprio software modulare.

Se all’inizio CyanogenOS doveva essere un sistema operativo simile ad Android stock ma con l’aggiunta di alcune funzionalità utili per l’utente, oltre alla possibilità di offrire ai produttori maggior controllo sul software che gli stessi montavano sui propri dispositivi (dotandolo ad esempio delle app di Microsoft, alla pari di quelle di Google), oggi il progetto muta, incentrando tutto sulle singole funzionalità.

Il produttore potrà dunque decidere di integrare nel proprio OS le feature che preferisce, senza dover appropriarsi dell’interno sistema operativo; basterà una MOD, ad esempio, per integrare – o sostituire – Cortana con Google Now.

Ad annunciare la novità è stato Lior Tai, nuovo CEO della compagnia, aggiungendo anche che i produttori e gli sviluppatori potranno sfruttare anche il nuovo servizio cloud di intelligenza artificiale (sottolineando ancora una volta come l’azienda veda i propri prodotti come alternativi rispetto a quelli di Google); Kirt McMaster va invece ad occupare il ruolo di Executive Chairman, mentre il co-fondatore Steve Kondik diventa Chief Science Officer.

Per quanto riguarda CyanogenMod, invece, nulla cambia, e quella che è forse la ROM community-based più nota del panorama modding continuerà ad esistere immutata.