Dave Hakkens, il ragazzo olandese che ha gettato le basi per Project Ara, ha criticato pesantemente la strada intrapresa da Google.

Dave Hakkens è l’autore e ideatore di Phonebloks, uno smartphone completamente composto da blocchi intercambiabili. In parole povere, è l’idea originale che ha ispirato Project Ara, ma sembra che le decisioni di Google siano molto lontane dal concetto originale di Phonebloks.

Lo scopo di Phonebloks è molto semplice: rivoluzionare il mercato della telefonia per evitare sprechi di denaro e materiali. Effettivamente, quando un qualsiasi componente dello smartphone si guasta, al giorno d’oggi è molto difficile ripararlo, pertanto si finisce per gettare il vecchio dispositivo ed acquistarne uno nuovo. Con Phonebloks il problema non si pone visto che essendo composto interamente da blocchi intercambiabili, basterebbe sostituirli in pochi e semplici mosse.

L’idea dei Phonebloks ha ispirato Motorola che annunciò Project Ara, ma a quanto pare, Google ha colto davvero pochi concetti dell’idea di Dave Hakkens che, in un post sul suo blog, ha analizzato la situazione mettendo in evidenza alcune importanti problematiche.

Il primo problema è che Google sta prendendo troppo controllo sullo sviluppo dei moduli di Project Ara. Effettivamente, non si tratta di un progetto realmente “open” visto che tutto deve passare sotto il naso di Google (e questo è uno dei problemi più grave per l’ideatore dei Phonebloks). Così facendo, Google ha il potere di cambiare i connettori o il design del dispositivo e, in questo modo, i vecchi modelli potrebbero diventare obsoleti da un momento all’altro.

Project Ara non è composto esclusivamente di moduli, ma c’è una base con un display, una batteria, la CPU, la GPU e l’antenna. Di fatto non siamo di fronte ad uno smartphone completamente modulare, ma solo dinanzi ad un dispositivo altamente personalizzabile che dopo qualche anno diventerà obsoleto come qualsiasi altro prodotto attuale. Inoltre, la caratteristica della “riparazione facile ed economica” è totalmente svanita visto che i moduli sostituibili si contano sulle dita di una mano.

L’ultimo e pesante attacco di Hakkens a Google è piuttosto diretto: “Non dovete concentrarvi a creare un telefono che venda, ma a fare il telefono del futuro. Un vero telefono per tutto il mondo.”

Effettivamente, le parole di Dave Hakkens, seppur crude e dirette, hanno un fondo di verità. Quello che era partito come un progetto rivoluzionario si è trasformato in qualcosa molto più semplice, scontato e puramente commerciale. Chissà se in futuro ci saranno altre aziende dal cuor gentile che si impegneranno a realizzare il progetto originale dei Phonebloks.

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