Ricordate le polemiche che sono state avanzate nei confronti di Samsung riguardo la non correttezza dei benchmark eseguiti da alcuni suoi dispositivi? L’azienda, infatti, al fine di far ottenere ai propri device dei risultati più elevati nei test benchmark, aveva pensato di aumentarne la frequenza al processore.

A quanto pare, però, Samsung non sarebbe l’unica. A seguirla vi sarebbero HTC, LG ed Asus, in quanto alcuni dispositivi di queste aziende sono stati catturati da AnandTech con una frequenza della CPU più elevata rispetto al normale. Rispetto a Samsung c’è però una differenza: l’azienda Sud-Coreana sembra infatti ad essere stata l’unica a “barare” sulla GPU, aumentando la frequenza di clock anche di quest’ultima a differenza delle altre aziende incriminate.


Dunque vi chiederete: allora tutte le aziende barano nei benchmark? La risposta è: No. I dispositivi che sono risultati esenti dall’aumento anomalo della frequenza del processore durante in benchmark sono stati i Nexus e gli ultimi device Motorola. Di seguito riportiamo la tabella in cui si può vedere quali dispositivi sono risultati “irregolari”:

legenda: “Y” indica irregolarià, “N” regolarità

devices-1

Alla fin fine, come ripetiamo ormai da anni, quello che conta non è un risultato di un benchmark virtuale ma quello di un benchmark reale, cioè quello che eseguiamo noi con le nostre mani e con le nostre impressioni su di un dispositivo. Un device potentissimo che supera tutti gli altri nei benchmark non è detto che sia davvero il migliore. La piacevolezza di utilizzo e l’ottimizzazione software la fanno da padrona. E’ quindi inutile barare, perchè se un dispositivo è valido lo è a prescindere da un test che lascia il tempo che trova.

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