Sono stati numerosi finora i confronti tra Siri e Google Search nella versione proposta su Jelly Bean – integrata con Google Now, quindi. Tutti i confronti sono stati svolti con cose tipo “mostrami il meteo”, “domani piove?” e cose di questo tipo. Ma nessuno aveva mai chiesto foto dello scalogno (scallion in inglese) vedendosi restituire delle foto di uno stallone (stallion).

Né ci si era mai visti chiedere continuamente se invece di cercare la cosa richiesta si volessero vedere foto di uno stallone. Insomma, Siri è stato messo in ridicolo in maniera plateale ed evidente in più di un modo. Nessuno nega che si tratti di un ottimo prodotto che fa molto bene il suo mestiere. Nessuno nega che Apple abbia compiuto uno sforzo titanico per produrre un software simile, dalla complessità incredibile. I fatti, però, dicono che Google ha saputo fare meglio. Certamente ha avuto più tempo a disposizione, ma questi non sono progetti che nascono e vengono portati a termine nel giro di tre mesi.

Lasciamo a voi giudicare da questo video, pubblicato da AppJudgment:

Ovviamente ognuno ha un suo metro di giudizio e una sua preferenza in materia di assistenti vocali, ma in questo caso non c’è nemmeno discussione su quale sia il migliore. Siri viene proprio fatto a pezzi. Google riesce a rispondere prima e meglio, ad integrare direttamente i risultati nell’applicazione, e soprattutto a capire meglio l’utente: Siri è imbattibile nella ricerca di immagini di stalloni, ma non penso che sia utile per tutti. Certo, forse lo 0.00001% della popolazione cercherà foto dello scalogno, ma il punto è che Google riesce a capire che si tratta di scallions e non di stallions; Siri no.

Siri, inoltre, deve prima passare per il proprio motore di ricerca, poi – nel caso in cui non trovasse qualcosa – per Wolfram Alpha e infine per Google; i risultati non vengono però mostrati direttamente all’interno dell’applicazione ma richiedono l’apertura del browser. Google mostra tutto direttamente nell’applicazione Search senza passaggi intermedi.

Un vantaggio di Google potrebbe essere dovuto ad una recente novità di Jelly Bean: l’Offline Voice Typing. Google ha integrato nella versione 4.1 di Android il riconoscimento vocale, che permette di trascrivere direttamente sul dispositivo gli input vocali in testo sfruttando le capacità di calcolo del telefono/tablet. Ciò significa che Google Search può appoggiarsi al dispositivo per trasformare l’audio in testo, inviare la query ai server Google e mostrare la risposta. Siri, invece, deve inviare un file audio ai server Apple, i quali devono effettuare la trascrizione e quindi fare la ricerca attraverso i soliti tre passaggi (Apple, Wolfram Alpha, Google). La sola trasmissione del file audio può essere causa di buona parte della differenza di tempo tra le due applicazioni, perchè un file audio è quasi sempre più grande di pochi byte di testo. Non sappiamo se effettivamente Google Search sfrutti il dispositivo per trasformare l’audio in testo, ma in ogni caso Google vince di parecchie misure – e nel caso in cui non sia vero, vince ancora di più!

Aspettiamo l’aggiornamento ufficiale ad iOS 6 dei dispositivi Apple per giudicare meglio le prestazioni di Siri, ma una cosa è certa: per ora Google ha lo scettro in mano. Speriamo che Apple sappia fare meglio.

Vi lasciamo con un altro video, vitato all’interno del primo, che ne conferma i risultati.