La ricarica wireless non è proprio una tecnologia del tutto nuova nei dispositivi mobili, in quanto prima che ne fosse provvisto il Samsung Galaxy S III, ne era già provvisto il Pre Palm, terminale che però non ha riscosso un gran successo. L’obiettivo e la domanda a cui cercheremo di rispondere in questo articolo è quella che molti si saranno posti ma che non avranno approfondito, perchè probabilmente ritenevano che fosse un argomento complicato: come funziona la ricarica wireless?

Per poter spiegare bene come funziona, dobbiamo prima sapere che esistono dei componenti chiamate bobine che sostanzialmente si presentano come delle spire con tanti avvolgimenti, le quali generano un campo magnetico quando sono attraversate da corrente. L’accoppiamento (a breve distanza) tra due bobine, forma quello che comunemente conosciamo come Trasformatore, il quale serve a “trasformare” la tensione che si presenta al primo avvolgimento (prima bobina @230 volt) in una tensione di intensità minore al secondo avvolgimento (seconda bobina), in modo da farla rientrare nel range di accettazione perfetto per la batteria, consentendole quindi di caricarsi senza incorrere in problemi. Di seguito uno schema circuitale semplificato di come si presenta il trasformatore.

Il Trasformatore è un dispositivo contenuto nel comune caricabatterie con filo col quale carichiamo quotidianamente i nostri dispositivi, e per la ricarica wireless si è utilizzato esattamente lo stesso concetto.

Tale meccanismo di ricarica viene anche detto ricarica induttiva, perchè gli avvolgimenti delle bobine sono detti “Induttori“, da qui il termine. Come ben sappiamo, i dispositivi con ricarica wireless (es. smartphone) devono essere appoggiati su un caricatore, il quale rappresenta la bobina al primo avvolgimento. Il dispositivo mobile, invece, rappresenta la bobina all’avvolgimento secondario.

Dunque, quando appoggiamo lo smartphone sul caricatore, è come se avvicinassimo il secondo avvolgimento al primo. In questo modo si ricrea un trasformatore che, di fatto, va a caricare la batteria, in quanto vi è passaggio di tensione dall’avvolgimento primario a quello secondario, la quale tensione al secondario va ad alimentare il circuito di ricarica dello smartphone permettendo alla batteria di ricaricarsi.

Ovviamente, come per tutti i dispositivi, ci sono dei vantaggi e degli svantaggi.

 


 

Vantaggi

I vantaggi sono, ovviamente, la comodità di avere un dispositivo che si ricarica senza bisogno di fili, poichè l’unico filo che si presenta è quello che collega il caricatore alla presa elettrica. Un altro ovvio vantaggio è la più bassa possibilità di ricevere scosse elettriche.

 

Svantaggi

Non mancano svantaggi nell’utilizzo di tale metodo. Infatti la ricarica wireless tende a far scaldare molto di più i dispositivi rispetto alla ricarica con filo, ed è meno efficiente. Tuttavia, gli ultimi dispositivi di questo genere, sono stati ottimizzati e miniaturizzati ancora di più per essere applicati nel campo del mobile. Le stesse bobine sono state rese ultra-sottili e sono stati apportati altri cambiamenti che hanno reso più efficiente la ricarica wireless. I tempi di ricarica, oggigiorno, possono essere equiparati a quelli della ricarica tramite cavo.

Ovviamente ci teniamo a dirvi che abbiamo preferito sorvolare su alcuni aspetti e di semplificare parecchio la discussione in modo da rendere comprensibile e leggibile il contenuto a tutti.

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