Qualcomm potrebbe presto essere indagata dall’Antitrust europeo per via di pratiche anti-competitive, secondo quando diffuso da Reuters. All’origine dell’indagine ci sarebbe una denuncia da parte di una sussidiaria di NVIDIA, che aveva sporto denuncia nel 2010. Qualcomm è già indagata in Cina.

Nello specifico, la sussidiaria di NVIDIA è Icera, che all’epoca era indipendente e non era ancora stata acquisita da NVIDIA (la quale, pertanto, non c’entra molto nella faccenda). Qualcomm avrebbe praticato prezzi favorevoli solo nel caso in cui i suoi clienti avessero deciso di mantenere un’esclusiva per le sue soluzioni; nel caso in cui avessero voluto acquistare soluzioni di altri, i prezzi sarebbero aumentati. Questo è un comportamento illecito e danneggia – ovviamente – la concorrenza.

Secondo quanto affermato da Reuters, un precedente che vedeva protagonista Intel e conclusosi con una multa di 1.1 miliardi di dollari a carico del produttore di Santa Clara sarebbe tra i principali fattori che hanno convinto la commissione ad avviare le indagini.

La posta in gioco è alta: la commissione Antitrust europea può infliggere sanzioni che arrivano fino al 10% del fatturato globale di un’azienda, quindi ci sono in gioco miliardi di dollari. Qualcomm vorrebbe chiaramente evitare sanzioni, ma non è la prima volta che finisce sotto la lente dell’antitrust: già nel 2010, infatti, Ericsson e altre società l’avevano accusata di pratiche anti-competitive. Forse questa volta verrà colta con le mani nella marmellata, o forse dimostrerà che davvero non ha fatto nulla di male.

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