Succede ad ogni nuova versione di Android: mi riprometto di tenere la versione stock senza root e di installare il minor numero possibile di applicazioni di produttori diversi da Google. E puntualmente mi smentisco da solo. Dopo aver visto le developer preview di Android 5.0 Lollipop mi ero convinto che questa sarebbe stata la volta buona: nuovi toggle, nuova funzione di risparmio batteria, una interfaccia completamente ridisegnata che mi è piaciuta fin da subito. Devo anzi dire che lo schermo del mio Nexus 5 non mi è mai sembrato così luminoso e colorato, una vera gioia per gli occhi.

Lo ammetto: colpito dalla bellezza del nuovo calendario (lo sapevate che inserendo un appuntamento dal barbiere compare l’immagine di un asciugacapelli con forbici e pettine?), dalle app in Material Design, per alcuni giorni ho “giocato” col mio Nexus 5, invece di testare tutte le funzionalità. Quando è arrivato il momento di rendere operativo lo smartphone sono cominciati i problemi. Per attivare la modalità aereo con app di terze parti sono necessari i permessi di root, come già avviene da Android 4.2. Poco male, c’è la nuova funzione di risparmio energetico – anzi, no: si attiva solo ad un determinato livello della batteria, non posso attivarla ad un certo orario.

E qui comincia la prima sequenza di improperi rivolti agli ingegneri di Google: avete rivoluzionato la modalità silenziosa dandomi la possibilità di schedulare le ore in cui rendere silenzioso il mio telefono e non mi permettete di decidere quando attivare il risparmio energetico? Mi sarebbe piaciuto poter attivare la nuova funzione di notte, quando non utilizzo lo smartphone. Alla mia età dimentico spesso le cose, quindi è impensabile che tutte le sere ricordi di attivare la modalità aereo e, soprattutto, ricordi di disattivarla al mattino. Più facile che a mezzogiorno mi accorga di non aver ricevuto alcuna notifica perché il Nexus stava ancora “dormendo”.

Poco male, mi son detto, prima o poi i programmatori di Tasker aggiungeranno questa opzione nella loro app, andiamo avanti. Disabilito il task che attiva la modalità aereo e mi tengo le altre funzioni: spegnere i dati mobili in pausa pranzo, quando la copertura è orrenda e voglio risparmiare batteria. Seconda sequenza di imprecazioni: per attivare e disattivare la connessione dati con app di terze parti è necessario attivare i permessi di root, perché le nuove API lo impediscono. Capisco che a Mountain View stia a cuore la mia sicurezza e non vogliono che mi vengano addebitati costi extra però avrebbero potuto trovare una soluzione diversa, ad esempio attraverso la funzione Amministratori dispositivo. Se autorizzo un’applicazione ad interferire sulla connessione dati sono consapevole delle possibili conseguenze. Certo, qualche sviluppatore si è mosso con una serie di applicazioni, però devo pagare. E un po’ mi scoccia.

Non insisto sul fatto che lo stesso trattamento riservato ai dati mobili è stato applicato anche al cambio di rete, quindi è impossibile passare alla rete 2G con i dati disattivati o sotto copertura WiFi. Pazienza, userò i Quick Settings. E qui arriva un altro appunto: perché non rendere uniformi i vari toggle? Mi spiego meglio: WiFi e Bluetooth hanno una doppia modalità di utilizzo (attivazione/disattivazione toccando l’icona, accesso alle impostazioni toccando l’etichetta); perché per i dati mobili non avviene lo stesso? Per disattivare i dati mobili devo toccare il toggle e poi disattivare con un altro tocco.

Ok Google, la mia voglia di rimanere stock sta velocemente scendendo. Riavvio il Nexus. Dimenticavo, alle soglie del 2015 non è possibile riavviare un Nexus con Android stock, posso solo attivare la modalità aereo e la modalità silenziosa. No, nemmeno quello, ora il menu di spegnimento contiene solo la voce “Spegni” come è giusto che sia. Faccio fatica a seguire i ragionamenti degli ingengeri di Google: aumentiamo la sicurezza eliminando alcune API, togliamo alcune funzioni dal menu di spegnimento e poi rendiamo visibili i Quick Settings nella schermata di blocco. Scelta strana, anche se in caso di furto la situazione cambia poco. Però un amico che voglia farvi uno scherzo ci mette poco ad attivare la modalità aereo o i dati mobili, con conseguenze più o meno fastidiose.

Ora starete pensando al titolo di questo editoriale: digerire Android 5.0 Lollipop. Non volevo sembrare eccessivo dicendo che ho dovuto “rootare” Android 5.0 Lollipop, consapevole dei problemi che potranno derivare dall’avere un’immagine di boot modificata, ma non avevo altra scelta a meno di volere che il mio Nexus 5 si trasformasse in un inutile telefono cellulare, non nello splendido smartphone che tutti conosciamo.

Mi ritengo un utilizzatore più avanzato della maggioranza dei miei amici, che usano i loro smartphone così come sono. A me piace automatizzare certe operazioni, sperimentare nuove funzioni per cui Android 5.0 Lollipop stock non può restare sul mio Nexus 5 senza i permessi di root. E viste le tante limitazioni introdotte, credo che verrà presto sostituito da una custom ROM. Vedremo quale sarà quella che saprà portare le maggiori novità.

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