Appena si sente parlare di CyanogenMod, tutti attizzano l’occhio verso la notizia perchè il team ci ha regalato, e continuerà a metterci a disposizione, tutto il loro duro lavoro di realizzazione di nuove ROM, sempre performanti ed ottime sotto la stragrande maggioranza dei punti di vista.

Oggi però non stiamo qui a parlarvi di una notizia riguardante strettamente le ROM Cyanogen ma di una modifica che il team ha deciso di attuare alle proprie ROM al fine di tutelare l’utente per questioni di sicurezza.

I permessi di root, si sa, sono una manna da cielo per gli smanettoni e per tutti coloro che amano flashare nuove ROM, provare kernel, “temizzare” il proprio dispositivo, poter avviare applicazioni che richiedono tali permessi, e quant’altro. Il root, però, espone l’utente ad un rischio più elevato, in quanto con delle applicazioni malware è possibile risalire più facilmente a dati personali ed a manomettere il proprio device.

Per questo motivo, il team Cyanogen ha preso una decisione che si rivela davvero interessante e priva di precedenti, ovvero, nelle CM sarà offerta agli utenti la possibilità di scegliere se voler effettuare il root sul proprio device oppure no, ed ancora, sarà data la possibilità di scegliere anche quale tipo di permessi di root voler abilitare:

  • Root disabilitato
  • Root abilitato solo per ADB
  • Root abilitato solo per le App
  • Root abilitato per entrambi

I permessi per ADB sono utili nel caso in cui si voglia sfruttare la connessione USB con il proprio smartphone per lavorarci da PC, lasciando intatta la ROM che in effetti all’utente non propone il vero root, mentre quelli per le app sono quelli che abilitano all’esecuzione applicazioni che li richiedono.

Qualcosa del genere è già stato fatto con qualche prima release alpha della CyanogenMod 9, in cui in alcuni casi non ha dato all’utente i permessi di root per default proprio al fine di sperimentare questa nuova decisione.

Si parla anche di bootloader, bloccato o sbloccato a volte, ma su questo CyanogenMod, così come altri team, non può far nulla, poichè o rimane bloccato o si sblocca, non esiste una via di mezzo così come per il root.

La preoccupazione maggiore per Cyanogen, quindi, è quella di offrire agli utenti delle ROM sicure ed affidabili anche sotto il profilo della riservatezza, pur se si ricorda che i proprietari dei dispositivi sono i primi a dover stare attenti a quello che fanno con il proprio device, ovvero devono essere i primi a tutelarsi ed a sapere a cosa potrebbero andare incontro nel caso in cui decidessero di effettuare il root o di sbloccare il bootloader.

Decisione, a nostro parere, giustissima da parte di CyanogenMod che si conferma ancora una volta una spanna sopra tutti gli altri, offrendo un supporto vero alle ROM sotto tanti vari aspetti, al contrario magari anche di alcuni produttori di smartphone e tablet che quando si parla di firmware sembrano non sentirci da quell’orecchio.

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