Da quando Apple, nel mese di settembre 2013, ha presentato il nuovo iPhone 5S con CPU a 64 bit, in Rete (e non solo) si sono susseguite lunghe discussioni sull’adozione di tali componenti anche nei futuri smartphone e tablet con altri sistemi operativi. ABI Research, nota compagnia di analisi, ha recentemente affermato che entro il 2018 il 55% dei dispositivi mobile (indipendentemente dal sistema operativo installato) avrà un chip a 64 bit al suo interno.

Apple, dal canto suo, ha anticipato la concorrenza riuscendo a commercializzare ben 36 milioni di iPhone 5S e iPad Air, ma Qualcomm, Intel, MediaTek e tante altre aziende stanno lavorando alla produzione dei primi tablet Android (anche smartphone) in grado di usufruire dell’architettura a 64 bit.

Malik Saadi, practice director presso ABI, afferma che “moltissimi early adopter inizieranno ad usare i 64 bit come una strategia di marketing efficace per comunicare facilmente la differenza utilizzando l’adagio ‘di-più-è-meglio’ precedentemente impiegato per promuovere le performance nella corsa ai processori multi-core. Questo non significa che il calcolo a 64 bit non aggiungerà alcun valore alla sfera Android, ma i benefici di questa tecnologia diventeranno più evidenti solo quando la sua implementazione in Android maturerà.”

Secondo ABI il futuro è segnato: entro il 2014 avremo 180 milioni di processori a 64 bit venduti, ma solamente il 20% sarà destinato a dispositivi Android; nel 2018, invece, le componenti vendute saranno 1,12 miliardi, di cui il 60% destinato ai dispositivi con il ‘robottino verde’.

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