Personal Audio è divenuta famosa grazie ad una causa intentata ad Apple: il possesso di brevetti riguardanti lettori multimediali portatili e la possibilità di organizzare la musica in playlist hanno fatto sì che Apple fosse condannata a versare un risarcimento una tantum di 8 milioni di dollari al patent troll. Dopo aver vinto contro Apple, Personal Audio ha spostato le sue mire verso Amazon ed il suo recentemente annunciato tablet Kindle Fire – che ha la colpa di poter scaricare e navigare attraverso le playlist musicali violando così due (assurdi) brevetti assegnati a PA rispettivamente del 2001 e del 2009. Personal Audio dichiara di aver affrontato “irreparabili offese e danni” dall’infrazione di Amazon, e chiede un risarcimento in cambio della possibilità per il colosso dell’e-commerce di continuare a vendere il proprio tablet. La causa è stata depositata presso il Distretto Orientale del Texas, famoso per il suo appoggio spudorato ai detentori di brevetti e quindi perfetto per i patent troll, e rivela quanto la compagnia fondata da James Logan si basi solo sulla sua attività di patent trolling per ricavare fondi in quanto non produce alcunché.


James Logan, dipendente del produttore di touchscreen MicroTouch, lasciò l’azienda per fondare Personal Audio in quanto “frustrato per la mancanza di scelta nell’ascolto della radio” e intenzionato a produrre un lettore multimediale portatile. La produzione non iniziò mai e altri produttori come Creative, Apple e Sony hanno prodotto i propri lettori multimediali per conto proprio senza aver mai contatti con la compagnia fondata da Logan. I brevetti registrati da Personal Audio le hanno tuttavia permesso di chiedere risarcimenti per il mancato acquisto di licenze da parte di Apple: visti i magri risultati ottenuti (8 milioni di dollari a fronte di guadagni di miliardi per Apple), PA aveva tentato di chiedere un aumento rispetto a quanto già versato da Apple ricevendo un rifiuto da parte della corte visto che quanto ricevuto era tutto ciò che Apple doveva alla compagnia. Visto il risultato di questa vicenda giudiziaria precedente, quindi, Amazon non andrà certamente incontro a gravi difficoltà economiche dovute al pagamento di royalties – anche se il concetto di dover pagare aziende che non producono nulla e vivono sulla pelle degli altri è fastidioso ad ogni modo.

 

NdR: Personal Audio è una compagnia di cui non si riescono a reperire informazioni online, tanto che oltre alle notizie sulle varie vicende giudiziarie è quasi impossibile trovare altre informazioni. Non è stato possibile, ad esempio, reperire un logo, si è quindi optato per un’immagine generica di playlist.