Il lancio di Google Home, avvenuto pochi mesi fa insieme agli smartphone Google Pixel e Google Pixel XL, potrebbe essere avvenuto con un eccessivo ritardo rispetto ad Amazon e il gap tra le due soluzioni potrebbe essere ormai incolmabile.

Ad affermarlo è Ben Thompson di Stratechery secondo cui il sistema operativo di Amazon è riuscito ad accumulare un enorme vantaggio. Google continua ad essere troppo legata agli smartphone, che rappresentano il core business dell’azienda e non riesce a trovare il giusto potenziale economico in un prodotto a controllo vocale.

Amazon dal canto suo non ha bisogno di farsi pagare per Alexa, che viene concesso in licenza per una somma irrisoria, e conta di rientrare degli investimenti grazie agli acquisti online, che nella maggior parte dei casi partono proprio da casa. Se inizialmente potrà trattarsi della creazione di una lista della spesa, in un prossimo futuro Alexa potrebbe essere il primo veicolo di acquisto per gli utenti Amazon Prime.

Amazon ha fatto una scelta coraggiosa ma allo stesso tempo intelligente, realizzando un framework che ha permesso di connettere in maniera molto semplice altri dispositivi intelligenti. La semplicità di Alexa è dunque il suo vero punto di forza, visto che gli integratori non dovranno far altro che fornire un microfono, uno speaker e una connessione a Internet. Il backend realizzato da Amazon si occupa di fare il lavoro “sporco” lasciando la massima libertà ai produttori che decidono di integrarlo nei loro dispositivi.

Alexa, in più, è giù usato in automobili, smartphone e tanti altri prodotti di vario genere, a differenza di Google. È davvero troppo tardi per Google o il colosso di Mountain View saprà trarsi d’impiccio ancora una volta trovando la quadratura del cerchio? Aspettiamo i vostri commenti nell’apposito box.